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MATERA

Città patrimonio dell'UNESCO

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foto di Sergio Laterza

LA STORIA

È ormai certo che il territorio di Matera fu abitato ininterrottamente fin dal paleolitico. In età ellenica la zona fu sotto l'influsso delle popolazioni della Magna Grecia, successivamente accolse fuggiaschi di Metaponto e di Eraclea. Le origini della città risalirebbero al consolato di Metello (III sec. a.C.), che la battezzò Metheola. Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio longobardo e venne annessa la ducato di Benevento, ma in seguito all'invasione dei franchi subì gravi devastazioni. Le testimonianze più importanti risalgono alla prima fase medievale, ai secoli VII e VIII che videro lo stabilirsi nelle numerose grotte comunità monastiche benedettine e greco-ortodosse. I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra saraceni e bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi della regione, e gli imperatori tedeschi, in particolare Ludovico II, che tentarono di scacciarli distruggendo però la città.

Dopo l'insediamento dei normanni in Sicilia, nel 1043 Matera fu retta dal conte Guglielmo Bracci di Ferro. Nei secoli seguenti, fra pestilenze e terremoti, Matera passò anche attraverso una breve fase comunale per approdare nel XV secolo ai d'Aragona e attraverso quest'ultimi, ai conti Tramontano. Nel 1514, però, la popolazione inferocita dalle ingiustizie e dalla violenze subite insorse e uccise il conte Giovanni Carlo Tramontano. Nel secolo XVII Matera appartenne agli Orsini, poi entrò a far parte delle Terre d'Otranto di Puglia e infine divenne capoluogo della Basilicata, titolo che le rimase fino al 1806, quando Giuseppe Buonaparte trasferì le competenze a Potenza. Nel 1927 la città divenne capoluogo di provincia.

Occorre ricordare che nel 1935 la provincia di Matera ospitò il confino dello scrittore, medico e pittore Carlo Levi, il quale, sulla scorta di quella che divenne un'esperienza umana profonda, nel 1945 pubblicò il romanzo Cristo si è fermato a Eboli. Nel 1975, alla sua morte, Levi venne seppellito per sua volontà ad Aliano.

Nel 1948 nacque la questione dei sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. I Sassi divennero il simbolo nazionale dell'arretratezza e del sottosviluppo del meridione d'Italia; nel 1952 si giunse allo stanziamento di fondi per la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono le 15.000 persone che abitavano le case-grotta.

 

SIAMO ONORATI DI AVERE TRA I NOSTRI ISCRITTI E NEL DIRETTIVO UN FOLTO GRUPPO NELLA ZONA DEL VULTURE MELFESE, PERSONE SPLENDIDE CHE HANNO DATO LUSTRO E VITALITA' AL NOSTRO CLUB.

IL VULTURE - MELFESE

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LO STENDARDO ROMA CLUB MATERA - GRUPPO VULTURE
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Vulture - Melfese
Il melfese è la zona nord-orientale della Basilicata incastonata tra la Puglia, la Campania ed il Potentino. Il suo territorio è caratterizzato da un’alternanza di montagne coperte da castagneti e querceti e di altipiani dominati da oliveti, vigneti e macchia mediterranea.

La cima più alta è il Vulture (1326 m) un vulcano spento, la cui attività si è interrotta nel pleistocene, che poggia su rocce tufacee ed argillose. Alle sue pendici si apre il vecchio cratere oggi occupato dai laghi di Monticchio. I due specchi d’acqua, ricchi di sali minerali, sono divisi da un istmo che conserva i ruderi della Badia di S. Ippolito.

Sulla superficie del lago grande vegeta, in modo spontaneo, la “ninfea alba” caratteristica per il fiore bianco. La fauna è piuttosto nutrita, con lepri, scoiattoli, volpi, tassi e donnole. Non di rado, alzando gli occhi al cielo, si possono osservare rapaci coma la poiana, il nibbio reale e il gheppio. Tra gli insetti è da segnalare la presenza della Brahmea europea, una farfalla notturna appartenente ad una famiglia orientale, la cui presenza, caso unico nel continente europeo, è stata scoperta in località Grotticelle di Monticchio, nel territorio di Atella. E’ stata istituita un’area protetta a tutela di un insetto che è visibile solo per un brevissimo periodo in primavera e che trascorre circa nove mesi sotto forma di crisalide, nascosta tra muschi e foglie morte.

Il territorio fu frequentato sin dai tempi più remoti come testimoniano i resti fossili del sito preistorico di Notarchirico, nei pressi di Venosa e i numerosi rinvenimenti nel territorio di Atella. Nel V - IV secolo a. C. la zona divenne punto d’incontro di diverse civiltà come quella dauna, peuceta, lucana e sannita fino alla lunga dominazione romana come testimoniano per eccellenza i resti del Parco archeologico di Venosa. Il comprensorio di Melfi nel medioevo acquista ancora più importanza prima coi Normanni che elevarono Melfi a capitale del regno e Federico II che nel forziere di Melfi emanò nel 1231 le “Costitutiones Augustales”, il più antico testo di leggi scritte del medioevo. Dopo l’unità d’Italia la zona torna ad essere in primo piano con le rivolte brigantesche. Il capo brigante fu Carmine Crocco detto “Donatelli”, natio di Rionero in Vulture che organizzando una banda di 2.000 uomini, riuscì a soggiogare la Basilicata mettendo in crisi il governo del Re piemontese Vittorio Emanuele II.
Oggi è una delle zone più dinamiche della regione, ricca di sorgenti di acque minerali, di terreni adibiti alla coltivazione delle viti per la produzione del vino aglianico doc, e degli uliveti per la produzione dell’olio extravergine di oliva dop ottenuto dalla frangitura di olive di varietà Ogliarola del vulture, e per la presenza di industrie.
                                                             
Fonte: Basilicatanet.com 

IL PAESAGGIO

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Melfi - Castello Federiciano
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Venosa - Castello Aragonese
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Lagopesole - vista Castello
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Rionero in Vulture - Vista Monte Vulture
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Barile - Cantine dello Scescio
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Rapolla
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